martedì 6 aprile 2021

 

COME LIBERARE LA CREATIVITÀ DALL’ALGORITMO DI YOUTUBE

COME LIBERARE LA CREATIVITÀ DALL'ALGORITMO DI YOUTUBE

In questi giorni abbiamo tutti appreso la notizia di come YouTube rimuova senza colpo ferire i contenuti non in linea con le sue regole, o meglio con la propria agenda ideologico-politica.

Byoblu ne sa qualcosa visto che, dopo un mese di demonetizzazione, si è arrivati alla chiusura definitiva del canale storico, aperto dall’editore Claudio Messora nel 2007.

La strategia ormai è quella di distanziarsi progressivamente da piattaforme come Youtube, creando luoghi dove poter esprimere la propria opinione (e far esprimere quella degli altri) senza filtri, se non quelli del buon senso e delle buon costume.

Tuttavia, vi è un altro motivo che dovrebbe spingere ad abbandonare Youtube e simili, un aspetto che poco viene messo in evidenza, ovvero quello formale.

Nel corso dei decenni la piattaforma video ha diffuso una vera e propria estetica, un modo di intendere la comunicazione che ha cambiato la percezione degli spettatori. Se la cosa fosse rimasta confinata al solo territorio virtuale di Youtube, poco male. In realtà il cambio di paradigma estetico ha scavalcato il mondo del web, diventando una sorta di regola comunemente accettata, una nuova normalità mediatica.

Facciamo qualche esempio.

Se un video ha una durata di più di dieci minuti rischia di non essere visto, ed è facile immaginare le facce degli spettatori sbuffanti di fronte ad un contenuto che dura mezz’ora…”Oh è troppo lungo!”.

Se il montaggio di un video non risponde ad un preciso metodo youtuberiano (nervoso, ansiogeno, da videoclip per intenderci), molto probabilmente verrà scartato dai potenziali spettatori.

Se un video non viene imbellettato di effetti speciali “a la Youtube”, anche qui rischia di finire nel buco nero dei contenuti non visti.

Se il protagonista del video, il cosiddetto youtuber, non urla, non si divincola, a volte emette strani suoni scatologici, non è “cool”, e quindi il video non è meritevole di attenzione.

Tutti questi elementi, insieme o presi singolarmente, vanno ormai ben al di là della sfera web-etiana. Tanto è vero che ci sono programmi televisivi e film che ricalcano fedelmente l’estetica di Youtube. ‘Video killed the Radio Star’ si intitolava un pezzo degli anni ottanta.

Oggi la piattaforma social ha ucciso il video e il cinema, fagocitandoli all’interno del suo modo di concepire la forma (e i contenuti). E gli spettatori, in particolare i più giovani, si sono talmente abituati che considerano assolutamente normale che un video debba avere le caratteristiche dettate da Youtube.

Ma fermiamoci un attimo: quello che molti considerano “normale” non è che una soluzione estetica imposta da una piattaforma che ci indica cosa dire e come dirlo.

Emanciparsi dalle piattaforme video come quella gestita da Google significa quindi riuscire ad andare oltre una gabbia formale che, di fatto, limita la libertà di espressione allo stesso modo di come lo fa un contenuto rimosso.

Se si vuole fare comunicazione davvero innovativa e rivoluzionaria, bisognerebbe porsi come orizzonte formale quello che è l’esatto opposto di Youtube. Questo non vuol dire tornare allo stile televisivo degli anni cinquanta (che però ha prodotto pure un’informazione ed un intrattenimento di primo livello), significa al contrario proporre una propria estetica, che sia davvero frutto della libera creatività e non un modello imposto da un algoritmo.

https://www.byoblu.com/2021/04/06/come-liberare-la-creativita-dallalgoritmo-di-youtube/