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La dieta della longevità e la mima digiuno spiegate da Valter Longo
Il professor Valter Longo ci spiega come la corretta alimentazione ci protegge dalle malattie dell'invecchiamento e ci fa vivere di più
Il Professor Valter Longo, scienziato e biogerontologo di fama internazionale, dedica le sue ricerche all’analisi di diversi meccanismi genetici che predispongono all’invecchiamento e all’individuazione di strategie terapeutiche che possano rallentare e contrastare l’insorgenza di importanti patologie legate all’età.
I suoi studi sulla dieta mima digiuno e la dieta della longevità per prevenire e offrire trattamenti per le più gravi malattie gli sono valsi nel 2018 la definizione di “guru della longevità” dal Time Magazine che lo ha inserito tra le 50 persone più influenti nell’ambito della salute.
A noi, il Professor Longo ha spiegato come funzionano questi regimi alimentari, come possono allungarci la vita, rimanendo in salute e quali errori dobbiamo evitare a tavola.
Quale ruolo ha la dieta mima digiuno nella prevenzione dei tumori?
Negli studi condotti abbiamo dimostrato che negli esseri umani la dieta
mima digiuno aiuta a ridurre l’insulina, la glicemia, l’IGF-1, alcune di
queste anche a lungo termine. Ciò fa pensare al valore preventivo della
dieta mima digiuno, anche in considerazione degli importanti risultati
che si sono ottenuti nelle ricerche condotte sui topi. Abbiamo mostrato
in quasi tutti i nostri studi che i cicli mima digiuno sono più o meno
equivalenti ai cicli di terapia standard con la chemioterapia. La mima digiuno ha un potente effetto
sulla terapia e quindi sulla prevenzione. Ma quello che dico sempre è
che la dieta mima digiuno non ha mai curato nessun topo dal cancro.
Come funziona la dieta mima digiuno?
I fattori principali sono quelli legati al mimare il digiuno, ossia
avere bassi livelli di proteine, bassi livelli di zuccheri che
controllano le principali vie di segnalazione dell’invecchiamento, alti
livelli di grasso perché il grasso non viene visto come un ingrediente
che interferisce col digiuno. Infatti nei periodi di digiuno utilizziamo
il grasso come fonte principale di energia. Questi sono i pilastri
della dieta, poi ci sono altri fattori come i prebiotici che danno
energia al microbiota, altri invece proteggono il paziente
dall’ipotensione, dall’ipoglicemia. L’idea è di trasformare il cibo in
una vera e propria medicina.
Che legame c’è tra la dieta mima digiuno e la dieta della longevità?
La mima digiuno è una componente della dieta della longevità (leggi l’intervista alla dottoressa Cervigni,
responsabile scientifica della Fondazione Valer Longo) che si
caratterizza come l’abbinamento della dieta di ogni giorno, più una
serie di componenti come la dieta pescetariana, il consumo di proteine
quanto basta, la riduzione dell’arco temporale dei pasti e la mima
digiuno tre volte l’anno. L’idea alla base della dieta della longevità è
sempre stata quella di mangiare di più e non di meno. È una dieta che
sta attenta alle 5 P: pasta, pizza, pane, patate e proteine. Le famose 5
P sono state portate a livelli molto elevati anche nell’alimentazione
dei bambini, sulla scia del successo della dieta mediterranea. In base
ai dati Istat si è dimostrato che i bambini mangiano 3-4 volte più
proteine di quello che è consigliato dai pediatri. Sempre considerando
dati ufficiali, abbiamo mostrato come i bambini consumino al giorno
circa mezzo chilo di cibi ricchi di amidi e zuccheri, come appunto
pasta, pane, pizza, patate, succhi di frutta. Questi cibi di per sé sono
sani, ma consumati in quantità eccessiva contribuiscono, sia nei
bambini che negli adulti, ad accelerare l’invecchiamento, ma anche a
sovrappeso e obesità e tutta una serie di malattie, compresa una certa
sensibilità al Covid che abbiamo visto essere molto alta per chi è
biologicamente più vecchio e chi è afflitto da malattie
dell’invecchiamento.
La dieta della longevità può essere utile per proteggersi dal rischio Covid?
Sappiamo che l’uomo dopo i cicli di mima digiuno diventa più giovane e
più sano. Se andiamo a considerare le morti da Covid, si nota che
riguardano quasi esclusivamente persone sopra i 50 anni e con patologie
dell’invecchiamento, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari
ecc. Quindi agendo sull’età biologica del sistema, rendendolo più
giovane e più sano, avremo evitato molte morti da Covid. In base ai dati
ufficiali della Sanità, nel range d’età 80-90 anni, la mortalità da
Covid era il doppio di quella 70-80. Quindi ridurre l’età biologica di
qualche anno potrebbe abbassare il rischio di mortalità da Covid del 20%
circa.
La dieta della longevità può essere seguita già dall’infanzia?
La dieta varia a seconda dell’età. Ad esempio, io ho seguito il caso di
Emma Morano di Verbania, la donna più longeva d’Italia, che è morta a
117 anni. Il suo medico, Carlo Bava, ha iniziato a prescriverle carne
rossa, anche cruda ogni giorno, dall’età di circa 100 anni. Ovviamente,
io non consiglierei mai a un 50enne, ma nemmeno a un 70enne, di
mangiare carne rossa, ma a 100 anni è diverso. Probabilmente il medico
di Emma Morano ha pensato giustamente che il rischio più grande per lei
fosse rappresentato dalla polmonite o dall’influenza.
Oltre al consumo elevato delle famose cinque P, quali altri
errori commettiamo a tavola che compromettono la possibilità di avere
una vita lunga e sana?
Nei bambini, il consumo elevato di carne. Negli adulti il consumo
eccessivo di amidi, soprattutto di pasta. In realtà, il famoso piattone
di pasta non fa parte della nostra tradizione. I nostri nonni
consumavano tanta verdura e in misura più moderata pasta e riso. Oggi
invece siamo abituati addirittura a mangiare un piattone di pasta e
anche il pane. Queste sono piccole cose che però a lungo andare possono
influire negativamente sul peso e sulla longevità.
Le farine integrali sono da preferire a quelle bianche?
Non necessariamente. Facendo tanti studi clinici, abbiamo imparato ad ascoltare i pazienti. Le farine integrali
vanno bene ma possono essere anche più infiammatorie per certe persone.
Non è necessario quindi sforzarsi di mangiare integrale, soprattutto se
non piace. L’importante è dosare correttamente pasta, pane ecc. Quindi,
benissimo un piatto di pasta normale che non superi i 60 grammi, cui
aggiungere 400 grammi di verdura.
Deve cambiare la dieta delle donne prima e dopo la menopausa?
Fino ai 65 anni, indipendentemente dalla menopausa, si può seguire una
diete che prevede il pesce due volte alla settimana, alimentazione
vegana e qualche uova e un po’ di formaggio. Con l’avanzare dell’età,
bisogna stare attenti a non prendere peso e a non perdere massa magra,
introducendo qualche uovo e yogurt in più, carne bianca. La dieta
mediterranea classica è indicata col passare degli anni e anche per i
bambini.