Il popolo impaurito e "sodomizzato", non ha di fatto mosso un dito.
Ma chi aveva ed ha la facoltà sia economica che garantita dalla legge, perché non ha fatto niente di concreto per il popolo e contro i governanti?!
Perché chi ci governa NON è comunque, MAI, Dio in terra!
Ecco perché "mi sale la diffidenza e la malizia", che chi poteva e può avere il suo tornaconto N O N vi ha rinunciato, anzi ...
Ps: a che serve, chiedo, dico, da "profano" che il tribunale "x" e "y" sentenzi questo e/o quel provvedimento governativo è illegittimo ... Se poi le sentenze NON vengono fatte applicare?! Aria dispersa ...
Da #Facebook "
"Nessun DPCM può limitare le libertà personali”: a stabilirlo il tribunale di Roma nel dicembre scorso.
Stando alla sentenza, i DPCM emanati durante il lockdown sono illegittimi e incostituzionali. Si è agito senza copertura legislativa.
I DPCM “non possono limitare libertà personali” è scritto nella sentenza. Illegittimi, in quanto contrari alla Costituzione che tutela invece le libertà personali.
Posizione sostenuta, tra l’altro, da una lunga lista di giudici della Corte costituzionale come Baldassarre, Marini e Cassese.
La ragione, spiega il tribunale romano, è che i DPCM sono atti amministrativi e, pertanto, non possono restringere le libertà personali garantite a livello costituzionale.
I DPCM non possono nemmeno prevedere “norme generali e astratte”, essendo questa una competenza riservata solo e soltanto alle leggi.
Invece nei mesi da marzo a maggio, in più occasioni si sono violati tali principi.
Nelle motivazioni dell'ordinanza sul perché i DPCM sono illegittimi e incostituzionali, non ci sono margini d’interpretazione: secondo il giudice Alessio Liberati,
"i DPCM emanati durante il lockdown specie quelli con le misure restrittive più severe, non possono disciplinare limiti e restrizioni di carattere superiore, come, per l’appunto, restringere le libertà sancite dalla Costituzione, in primis la libertà di spostamento lungo il territorio.
Inoltre - continua l’ordinanza - non vi è alcuna legge ordinaria che attribuisca al Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza in caso di rischio sanitario.
La legge 225/1992, che disciplina la proclamazione dello stato di emergenza, si riferisce soltanto “al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo”.
Sempre secondo il giudice i DPCM sono da giudicarsi anche incostituzionali:
“Si tratta di provvedimenti contrastanti con gli articoli che vanno dal 13 al 22 della Costituzione e con la disciplina dell’articolo 77 Costituzione”, recita l’ordinanza, parere sostenuto da un’autorevole dottrina costituzionale.
L’articolo 13 della Costituzione recita che: “la libertà personale è inviolabile” e può essere limitata solo per “atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.
Ancora, l’articolo 16 prevede che “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale”, salvo restrizioni imposte per la salvaguardia della salute e della sicurezza pubblica, da stabilire per legge (e non tramite atti amministrativi).
Per essere corretti dal punto di vista formale, sarebbe stato necessario un ulteriore passaggio in Parlamento, e non la mera conversione in legge dei decreti emergenziali Io Resto a casa e Cura Italia.
Anche la “copertura” del decreto legge era illegittima.
Il governo ha sempre difeso la validità dei DPCM sull’assunto che ogni suo provvedimento si reggesse su un decreto legge di portata generale.
Il decreto-legge, difatti, nella gerarchia delle fonti del diritto, è posto ad un gradino più in alto rispetto ai DPCM.
Ma, secondo il tribunale di Roma, la giustificazione del governo non sarebbe stata del tutto corretta: ciò perché il primo decreto che dava “copertura” ai DPCM non fissava alcun termine temporale all’esercizio dei poteri del premier e non ne tipizzava il contenuto.
In altre parole, il decreto reggente non specificava tempi, modi e tipologie di limiti alle libertà personali che il governo avrebbe potuto decidere. Significa che i poteri del governo sono stati esercitati senza l’adeguata copertura legislativa."